Mostra fotografica “Come eravamo” [Cagliari]

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Reperti fotografici di David Nilson, Gianni Atzeni, Roberto Magnabosco, Rosalba Piras, Assunta Pittaluga, Italo Medda

Si leggono in filigrana le vite dei sette  artisti che  si incrociano in una mostra dove, almeno per una volta, non è richiesta coerenza stilistica o altri formalismi da accademia. Né può essere diversamente visto che le immagini esposte sono cariche di emozioni e ricordi ma affidate a scatti fotografici estemporanei di fresco candore. Il filo conduttore è quello della fedeltà ad un tema, il ricordo appunto, e l’emozione, del rivedersi decenni dopo “come eravamo”.

Sentimenti e storie di sette personaggi che colgono, con sobria ironia, l’occasione per proporci immagini inedite e curiose della loro vita e che diventa anche opportunità per ricercare il tempo perduto. Mostra quindi non legata alla “bella fotografia” ma all’opportunità di un riassunto breve, di una “tranche de vie”.

Una selezione da diversi mondi culturali che va da Italo Medda (artista) ad Assunta Pittaluga (danzatrice e coreografa), da Gianni Atzeni (artista e stampatore) a Roberto Magnabosco (danza), da David Nilson (traduttore e fotografo) a Rosalba Piras (attrice).

Spaccato interessante ed ironico, lontano quasi sempre dalle auto celebrazioni, che copre un arco di tempo che va da fine anni ’30 ai nostri giorni. Foto “storiche”  anche che  rimandano ad atmosfere e sapori perduti. L’età d’oro di molti si intravede  negli occhi e nelle ambientazioni, quasi si sente il profumo delle madeleine di proustiana memoria. Storie e culture diverse che sono anche ritratti di civiltà a confronto.

Ognuno del proprio vissuto ha scelto e presenta le immagini più rappresentative, rimandi a stagioni passate e forse rimpiante, revival di momenti scelti con cura tra mille altri e che rivivono attraverso il bianco e nero o nuances cromatiche che oltrepassano la quotidianità.

Assunta bambina del ’57 che tra i rami alti di un albero gioca forse col Barone Rampante di Calvino e più tardi adolescente pensosa e bellissima. Il fratino Italo in una foto del ‘45 che va in gita di riconoscenza dal fraticello di Laconi e giovane impegnato del '68, viso serio, capelli lunghi. Il biondo bimbo d’oltreoceano David che passeggia ignaro del mondo in una carrozzina di vimini e poi, ancora vicino all’adolescenza, che socializza in Corea coi collaboratori orientali. Il ragazzino Gianni sorpreso dalla nevicata del ’56, cosa così inusuale e sorprendente nelle città di mare da rimandarci, con la sua meraviglia, all’invenzione del ghiaccio di Garcia Marquez,  e più tardi lo vediamo ai concorsi, chitarra in mano e viso emozionato. Roberto Magnabosco che a due anni prova inconsciamente un pliè quasi presago di palcoscenici e lustrini  che lo avrebbero visto al fianco di tante celebrità. Rosalba Piras prima timidissima bimba davanti al nero della lavagna e poi attrice sicura coi colleghi di Akroama.

Il valore emozionale delle foto è un altro filo conduttore che avvince chi guarda coinvolgendolo nel gioco dell’amarcord felliniano. Mostra tutta basata sulla soggettività, sul mostrare e nascondere, su frammenti veritieri ma che possono essere menzogneri,  dalla memoria vogliamo anche farci ingannare. 

Sembra facile ricostruire una vita, documentarne  momenti e inconsciamente anche i vuoti. Restano aperte curiosità e incertezze, spazi e scarti di percorso, ma sicuramente per i partecipanti è stato un intrigante lavoro della memoria.

Maria Spissu Nilson




INFO

Inaugurazione venerdì 26 marzo, ore 18

dal 26 marzo al 26 aprile 2010

presso: Spazio Zoom

indirizzo: via Manno, 10

orario: -

costo: -

info: info@s-v.it

Web: www.salmoiraghievigano.it




fonte: notizia segnalata via mail

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