Uno dei punti più discussi della tecnologia digitale rimane il bianco&nero. In molti rimangono fedeli alla pellicola perchè trovano che il b&w analogico sia ancora superiore a quello ottenuto in maniera digitale, sia per la grana sia per la resa in generale.
Chi invece si cimenta nel b&w digitale trova delle difficoltà nello scegliere quale metodo adottare per trasformare gli scatti che i sensori "vedono a colori" in bianco e nero. Infatti le possibilità sono molte: scattare direttamente in bianco e nero con le funzioni presenti sulle macchine, convertire i file scattati a colori con i software forniti a corredo o con qualche programma di fotoritocco... ed anche qui sorgono altri dubbi: infatti con un programma di fotoritocco si possono trasformare gli scatti da colore in bianco e nero in tante maniere (solo alcuni: trasformazione automatica del software, miscelatore canale, metodo LAB...).
Altre difficoltà sorgono quando vogliamo utilizzare i filtri per il bianco e nero. Nei menu delle macchine sono presenti dei filtri software, anche nei programmi di fotoritocco sono presenti gli stessi filtri (a volte anche di più), senza dimenticare che nulla ci impedisce di applicare dei filtri "classici" anche se stiamo scattando con la nostra macchina digitale.
Insomma, il bianco e nero digitale comporta una serie di scelte e tra queste non sempre se ne può individuare una che si possa definire migliore! Spesso la decisione di quale metodo utilizzare deriva dall'esperienza personale, legata al tipo di fotografie che si scattano ed alla comodità personale. In base a tutto questo si troverà il proprio metodo di operare.
Legato a questo argomento vi segnalo un articolo disponibile sul portale Nadir, l'articolo confronta alcuni scatti b&w ottenuti scattando direttamente in bianco e nero ed altri trasformati tramite un programma di fotoritocco. Inoltre prende in esame le differenze riscontrate tra l'applicazione di un filtro digitale e l'utilizzo di un filtro tradizionale montato davanti l'obiettivo. (leggi l'articolo) - Credo che l'articolo sia un buon punto di partenza per capire quali siano le differenze che si possono riscontrare secondo il metodo utilizzato, ma ritengo che la sua importanza si fermi qui. Basti pensare che due macchine, anche della stessa marca, porteranno a risultati diversi a causa dell'hardware e del software che montano. Quando trasformo uno scatto con un software, il risultato varierà molto sia per il software utilizzato, sia per il metodo (prima ne ho ricordati alcuni) che utilizzerò per la trasformazione. Senza dimenticare il fattore umano che ognuno di noi apporta quando si mette a trasfomare uno scatto.. Insomma, l'articolo fa capire che esistono delle differenze, anche importanti, nei risultati che si possono ottenere e dimostra che scattare direttamente in bianco e nero non è una pazzia e fa risparmiare molto tempo nelle operazioni di post-editing.
Dopo tutto questo, consiglio, a chi possiede una macchina che crea file in formato raw, di scattare sempre in raw: questo vi permetterà di trasformare i vostri scatti da colore a bianco e nero e viceversa e di applicare i filtri digitali anche in un secondo momento direttamente sul file raw (quindi è come se li applicaste nel momento della ripresa). Se invece scattate in jpg, potrete solo trasformare i vostri scatti da colore a b&w (ma non il contrario) ed applicare i filtri digitali in maniera, secondo me, più limitata, non come avviene con il formato raw.
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