Mostra fotografica "Gomorra on set”: scena e realtà negli scatti di Mario Spada [Napoli]

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Gomorra on set “Gomorra on set” non è soltanto una mostra di fotografie. Gli scatti di Mario Spada sono l’anello mancante tra il libro di Roberto Saviano e il film di Matteo Garrone. Rappresentano la visione che ha accompagnato lo scrittore e il regista nella “terra desolata” campana. Nelle sale del Pan, il Palazzo delle Arti di Napoli, il visitatore viene accompagnato in un percorso per immagini, una storia che si intreccia con i cinque episodi raccontati nell’opera cinematografica.
Toni Servillo che traffica rifiuti tossici, Gianfelice Imparato nella parte di don Ciro “il Sottomarino” che distribuisce i soldi del clan, il tredicenne Totò che si fa strada nei ranghi del clan, Salvatore Cantalupo nella favola triste del sarto Pasquale,Marco Macor e Ciro Petrone che sparano sul fiume. Volti che si confondono, immagini che rimandano a quelle già viste sul grande schermo, pezzi di una storia che torna ad aggrovigliarsi e a ripetere il suo squallore, che si conclude miseramente sulle strade insanguinate di Scampia.
Nella mostra, curata da Marina Vergiani e Tiziana Faraoni (photoeditor del settimanale «L’E spresso»), le 65 foto mettono a nudo la forza di Gomorra, film vincitore del Gran Premio della Giuria al 61° Festival di Cannes: nelle immagini come nella pellicola non c’è distinzione tra scena e realtà, romanzo e vita. Così anche negli scatti di Mario Spada, trentottenne fotografo napoletano autore di reportage premiati a livello internazionale, la distanza si annulla. L’allestimento della mostra, progettato da Daniele Zendroni, alterna il colore alla profondità del bianco e nero, valorizzando gli scatti del fotografo.
«Anni fa – racconta Angelo Turetta, maestro della fotografia di scena – ho assistito alla proiezione di alcune fotografie di Mario Spada. Mi apparvero le “pitture nere” di Goya: denti di cani rabbiosi, volti di uomini deformati dal male, punti di vista esasperati, violentemente schizzavano dal fotogramma che non riusciva a contenerli. Mario mi lasciò senza fiato, era tutto quello che nella mia eterna insicura ricerca visiva cercavo da tempo: “L’essenza iconografica del Male”. Essenza che appare anche nelle sue foto scattate durante la lavorazione del bellissimo film: un altro sguardo, un altro occhio che legga la scena e la sua realizzazione traducendole soggettivamente nel proprio personalelinguaggio fotografico. In alcune sue foto la violenza è domata dall’estetica, dalla grazia della composizione che parla un elegante dialetto napoletano: sicuro, intelligente, a volte furbo, raffinato».
Mario Spada vive in prima persona le difficoltà quotidiane di una città come Napoli: ricorda di aver assistito al primo omicidio a tredici anni. Un rapporto complesso con la sua città che però lo spinge ad amarla ancora, nonostante le mille contraddizioni. La sua mostra, allora, diventa uno strumento di denuncia contro il silenzio e gli interessi superiori che hanno trasformato Napoli nella periferia del Male. «Gomorra vista da nord è un buco nero – scrive Gianluca Di Feo su “L’Espresso” – Comodo, pratico, conveniente. Perché dentro un buco nero ci puoi buttare di tutto: puoi infilarci quello che il nord non vuole più vedere, non vuole più mangiare e soprattutto non vuole più respirare».

Mario Spada è un fotografo free lance. Collabora con molti magazine italiani e stranieri. Le sue foto sui pitbull da combattimento hanno ricevuto diversi premi e la sua inchiesta sui tifosi è stata proiettata al Festival del giornalismo di Perpignan.




INFO

fino al 24 settembre 2009

presso: Palazzo delle Arti Napoli

indirizzo: via dei Mille, 60

orario: -

costo: -

info: (tel) 0817958604 - 05 (lun.- sab. h 9.00-13.30 | 14.30-17.00)

Web: http://www.palazzoartinapoli.net/pan/ita/home.htm




fonte: "http://www.culturaitalia.it/"

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