Dal 10 al 20 gennaio 2010 si terrà nella suggestiva sede dell'Antico Castello di Rapallo la quarta edizione di “Rapallo Fotografia Contemporanea” con la prima personale in Italia dell'artista giapponese Takashi Homma dal titolo “Widows” a cura di Francesco Zanot, e la collettiva “Open Space” a cura di Andrea Botto. Quest'ultima riunisce i lavori di sette fotografi italiani: Giorgio Barrera, Laura Cantarella, Martina Della Valle, Enza Di Vinci, Luigi Gariglio, Moira Ricci e Mirko Smerdel. Tema dell'edizione 2010 con cui sono stati invitati a confrontarsi gli artisti è “Custodire la memoria”.
Il progetto Rapallo Fotografia Contemporanea, nato nel 2006 da un’idea del fotografo Andrea Botto, promosso dal Comune di Rapallo, con il contributo della Regione Liguria insieme ad alcuni sponsor privati, ed il patrocinio della Provincia di Genova, è l'unico nel suo genere in Liguria. La manifestazione si pone come obiettivo la promozione e la valorizzazione della fotografia contemporanea, attraverso la creazione di un archivio di immagini “d’autore”. Ogni anno viene coinvolto un fotografo di fama internazionale e un gruppo di giovani che lavorano, nella massima libertà artistica su uno stesso tema, legato al territorio della Riviera Ligure di Levante, di cui Rapallo è punto centrale e di eccellenza.
Dopo Mario Cresci, Antonio Biasucci, e Mark Cohen, ad interpretare il tema dell’edizione 2009 “Custodire la memoria”, è stato invitato alla fine di agosto del 2009, Takashi Homma per realizzare un progetto personale.
Durante il suo soggiorno, ispirato dalle immagini d'epoca conservate negli archivi fotografici del Comune di Genova e di Rapallo, l’autore giapponese ha scelto una chiave di lettura molto particolare, che fa riferimento alla volontà di preservare il ricordo, personale ed intimo, anche di fronte ad una perdita, come quella di una persona cara. Ha realizzato così, undici ritratti a donne vedove, testimoni silenziose della memoria dei compagni scomparsi, uniti alle immagini tratte dai loro album di famiglia e ad alcuni scorci dei luoghi in cui vivono, ottenendo un grande affresco di memoria collettiva che saranno esposte alla mostra Widows a cura di Francesco Zanot.
Takashi Homma, nato nel 1962 a Tokyo, dove attualmente vive, studia fotografia al Nihon University College of Art e nel 1984 inizia a lavorare nel campo della pubblicità. Nel 1991 si trasferisce a Londra dove lavora come fotografo della prestigiosa rivista i-D Magazine. Nel 1999 vince il Kimura Ihei Commemorative Photography Award per il progetto editoriale Tokyo Suburbia, divenuto in pochi anni un libro di culto ormai introvabile.
La mostra collettiva Open Space, riunisce i lavori di sette autori italiani, sette sguardi differenti e molto personali legati dal filo rosso del ricordo, sia esso privato o collettivo:
Giorgio Barrera presenta il lavoro Campi di Battaglia, ricerca fotografica sui luoghi dove si sono combattute le guerre di indipendenza del Risorgimento italiano. Le sue immagini non raccontano la guerra d'azione o esponendo corpi mutilati, ma attraverso la descrizione di un paesaggio in cui è sepolta una storia molto importante.
Giorgio Barrera è nato a Cagliari nel 1969. Terminati gli studi, dopo un periodo di collaborazione con Joel Meyerowitz, si interessa di sociologia e focalizza la sua ricerca sui rituali quotidiani della vita domestica, sulla street photography e la fotografia di paesaggio. I suoi lavori hanno ottenuto importanti riconoscimenti tra i quali i premi Baume & Mercier, Canon, FNAC e Federchimica, e sono stati pubblicati in diversi libri e cataloghi sia in Italia che all'estero.
Laura Cantarella espone un lightbox di grandi dimensioni dal titolo Etna, tratto dalla serie Topografia del trauma in cui gli eventi traumatici nel territorio, siano essi naturali o indotti dall’uomo, vengono indagati come generatori di nuovi spazi e nuove possibilità, in grado di aprire mondi ed immaginari nuovi, di creare un grado zero del progetto così come dello sguardo.
Laura Cantarella è nata a Savigliano (CN) nel 1972. Architetto di formazione, è fotografo free-lance di architettura e territorio. La sua ricerca fotografica si concentra attualmente su due temi: la trasformazione del territorio in parco tematico e la relazione tra architettura ed eventi traumatici.
Martina Della Valle propone il progetto Under the sun of Onomichi, realizzato durante la residenza ad Onomichi in Giappone nel 2009. Dodici fogli di carta cianografica che componevano una sfera origami ed un video che ne documenta l’esposizione al sole e la successiva distruzione.
Martina della Valle nasce a Firenze nel 1981. Si diploma nel 2003 al corso triennale di fotografia all'Istituto Europeo di Design di Milano. Ha collaborato come fotografa con varie riviste come Mood, Case da Abitare, Io donna, Urban, Made05, Rolling Stone, Cross, Art.it Jp, Kunst Zeitung, ed ha realizzato immagini pubblicitarie per la fondazione Pitti Immagine Discovery. Attualmente vive e lavora tra Milano, Firenze e Berlino.
Enza Di Vinci, con l’opera Il matrimonio di Giovanna, racconta le vicende della sua famiglia attraverso una fotografia storica e la storia ad essa legata. Una memoria comune a molte famiglie liguri di inizio ‘900, fatta di emigrazione in Sud America, divisioni e ricongiungimenti familiari.
Enza Di Vinci è nata a Genova nel 1970. Ha studiato Architettura e si è laureata all’Università di Genova nel 1998. Dal 2000 espone in mostre d’arte contemporanea. Dal 2004 realizza servizi curatoriali e progetti di allestimento per mostre d’arte.
Luigi Gariglio propone il progetto Just born!, ritratti di bambini appena nati. Uno sguardo sul domani, forse un tentativo di anticiparne una possibile memoria futura.
Luigi Gariglio è nato a Torino nel 1968. Dal 2002 insegna Sociologia Visuale e Usi Sociali della fotografia all’Università di Torino. Allievo di Gabriele Basilico, le sue immagini sono state esposte alla National Portrait Gallery di Londra, allo Stedelijk Museum di Amsterdam, alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, alla Gam di Palermo, a Palazzo Reale e alla Triennale di Milano.
Moira Ricci presenta un video dal titolo “Ora sento la musica, chiudo gli occhi, sento il ritmo che mi avvolge, fa presa nel mio cuore” composto da vari spezzoni di riprese realizzate dalla madre scomparsa. Come altri suoi lavori, anche questo è un tentativo di ricongiungimento e di rivivere il desiderio della madre di vedere realizzato per la figlia quello che per lei era stato solo un sogno irragiungibile, diventare ballerina.
Moira Ricci (Orbetello, 1977) ha studiato alla scuola di fotografia R.Bauer e all'Accademia di Brera. Si occupa di varie tecniche di linguaggio visivo, tra cui la fotografia, il video e l'installazione. Tra le ultime mostre collettive: Art Fall 09 Ferrara Contemporanea, Ferrara; Realtà Manipolate, CCC Strozzina, Firenze; Hors Pistes 2009, Centre Pompidou, Parigi; Terzo Paesaggio, Galleria Civica d’Arte Moderna, Gallarate; Talent Latent, SCAN 08, Tarragona.
Mirko Smerdel espone il lavoro Utopic Memory Portraits, una serie di cartoline e fotografie private, immagini trovate e rielaborate attraverso la pratica del collage.
Mirko Smerdel nasce a Prato nel 1978. Diplomato alla NABA di Milano, fonda la sua ricerca sui temi legati a memoria e scomparsa e al potere evocativo delle images trouvèe per giungere ad un’archeologia ed una geografia mentale della vita contemporanea, creando un collegamento tra passato e futuro.
Dopo l'inaugurazione delle due mostre che si terrà domenica 10 gennaio alle ore 11.00 nel pomeriggio alle ore 15.00 seguirà una tavola rotonda “Custodire la memoria. Archivi storici e arte contemporanea” con interventi dell'artista Mario Cresci, del critico di architettura Giovanni Corbellini, del critico e curatore Francesco Zanot, e inoltre di Elisabetta Papone, Natalina Remotti, Barbara Terrosi. Moderatore Andrea Botto.
*widows©Takashi Homma, 2009
Per Informazioni:
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Tel. (+39) 0185.50528
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