Avendo vissuto in Turchia per cinque anni, Georgiou ammette di essersi stupito di quanto rapidamente il paese stesse cambiando: i paesaggi, i paesi e le città ridisegnati, una capillare rete di strade in costruzione, centri città abbelliti e alti palazzi di appartamenti sorti a gran velocità in ogni luogo. Quasi sempre l'architettura e le infrastrutture hanno seguito la stessa falsariga. Le città sono divenute copie carbone l'una dell'altra. Questa modernizzazione e' stata progettata per gestire la migrazione di massa dai villaggi alle città che sta trasformando il volto della Turchia. Istanbul, città da un milione di persone nel 1960, e' ora uno dei centri urbani piu' estesi del mondo con una popolazione stimata intorno ai 15 milioni di individui. Naturalmente questo ha sollevato tutta una serie di problemi. Uno dei piu' evidenti riguarda la rapida disgregazione delle comunità di villaggi e piccoli paesi. La Turchia e' spesso vista come il ponte che unirà Occidente e Medio Oriente. Al momento il paese e' ad un incrocio politico che definirà la natura della nazione. Il lavoro di Georgiou cerca di indirizzarsi e sollevare domande sul concetto di Est e Ovest e sul processo di modernizzazione, urbanizzazione e identità nazionale che sta avvenendo ad una velocità impressionante opposto da un'ondata di nazionalismo e religione. Georgiou ha deciso di rappresentare tali cambiamenti concentrando l'attenzione sulla tranquilla vita di ogni giorno che vive la maggior parte della popolazione turca. Un progetto fotografico di dimensioni sociologiche, dunque, con uno sguardo verso l'architettura, la città e il paesaggio sociale turco. Un viaggio di piu' di duemila chilometri, da est a ovest, lungo cinque anni. Un'immersione in un Paese, la Turchia, che riunisce in se' passato e modernità, Oriente e Occidente.
La macchina fotografica di Georgiou ha messo in risalto questa coesistenza di contraddizioni e di pericolose tensioni raccontando la Turchia dei volti, delle piccole e grandi città, delle periferie, delle insegne stradali. Una Turchia quotidiana fatta di cose e persone che in alcune immagini sembrano sospese in un'attesa perenne e in un tempo indefinito. George Georgiou e' nato a Londra da genitori greco-ciprioti e da vent'anni si dedicata esclusivamente alla fotografia. Negli ultimi dieci anni ha fotografato intensamente nei Balcani, in Europa dell'Est e in Turchia, vivendo e lavorando in Serbia, Grecia e per cinque anni ad Istambul. Il suo lavoro consiste in progetti a lungo termine centrati sull'identità, sull'urbanizzazione e sullo spazio in cui si trovano le persone riprese nelle propriecomunità, culture e ideologie. I premi che ha ricevuto includono due World Press Photo nel 2003 e nel 2005 e un Nikon Press Award UK per il miglior saggio di fotografia nel 2000. Ha pubblicato nei maggiori magazines internazionali ed esposto in diversi paesi. Ha condotto diversi workshop e letture portfolio in Ucraina, Grecia, Turchia, Cipro, Serbia, Kosovo, Slovenia, Londra, Nigeria e Lettona ed e' stato mentore di diversi fotografi nelle regioni in cui ha lavorato. Il suo primo libro, Fault Lines: Turkey East West, e' stato pubblicato in Italia da Postcart a maggio 2010. E' rappresentato dalle agenzie Panos (UK), Signatures (Francia) e, dal settembre 2008, anche in Italia dall'agenzia Prospekt.
INFO
dal 28 ottobre al 19 novembre 2010
presso: Spazio Labo' - Centro di Fotografia
indirizzo: via Frassinago 43/2c, Bologna
orario: lunedì-venerdì 10-13 / 16-20
costo: ingresso libero
web: http://www.spaziolabo.it
fonte: comunicato stampa