dal comunicato di Maria Teresa CapacchioneCi sono tanti modi per raccontare una storia, anche la piu' raccapricciante. Ci sono tanti modi per raccontare le molte storie dolorose, le ferite ancora, sempre aperte dell'Africa. La chiave che ha scelto questa giovane fotografa, Elisa Finocchiaro (Roma 1983), e' una chiave coraggiosa e molto personale: non solo la miseria e il dolore, ma i volti delle persone che nella tragedia vivono e che dalla tragedia rinascono. Attraverso le particolari inquadrature che caratterizzano il suo lavoro, la Finocchiaro riesce a raccontare la storia della gioventu' rwandese in modo molto personale dal quale traspare il suo coinvolgimento, ma anche il suo talento artistico.
"La gioventu' rwandese di oggi convive con una terribile eredità. I ragazzi hanno visto con i propri occhi uccidere, stuprare, torturare gente e parenti a colpi di machete. Altri sono stati costretti ad uccidere, tanti sono orfani. Ognuno di questi ragazzi serba nel suo profondo un atroce segreto, eppure in quasi tutti c'e' un'estrema voglia di vivere.
Non hanno nulla, eppure si meriterebbero tanto. Si aiutano tra loro, studiano, sorridono, fanno sport e credono fermamente in Dio (con tutto quello che ne consegue in Africa, per esempio l'astinenza fino al matrimonio). Vivono in una società dove il genocidio ha distrutto tutti i legami sociali, ma si fanno forza l'un l'altro e guardano al futuro pieni di speranza (-)".
Elisa Finocchiaro, laureata in antropologia culturale, attualmente lavora come reporter free-lance per l'Agenzia Grazia Neri.
INFO
dal 21 giugno al 14 luglio 2007
presso: San Lo' Arte - Roma
indirizzo: via Tiburtina Antica, 5/b - Roma
orario: Da lunedi' a venerdi' 16-21
costo: entrata libera
info: 06 4467158
web: www.sanlo.it
fonte: Pressrelease - l'ecosistema della cultura contemporanea