Al Museo Civico di Zoologia in mostra gli scatti più belli della fotografia naturalistica fino al 10 gennaio 2010.
Animali e piante da guardare con occhi nuovi, in una diversa relazione uomo natura. 85 immagini che a volte fanno sorridere a volte volutamente provocatorie in una sorta di celebrazione della natura e dei suoi territori selvaggi.
Osservando queste immagini ci stupiremo per ciò che la gente comune non ha mai visto. Qualche esempio? “Petal procession” (Processione di petali), della categoria Behaviour (Comportamento), di Adrian Hepworth, scattata nella foresta della Costa Rica, una surreale processione di petali che si snodano lungo un tronco trasportati dalle formiche. Questa foto, è stata ottenuta usando un tempo di scatto lento per rendere l’effetto “scia” e attivando il flash alla fine dello scatto per riuscire a bloccare l’immagine delle formiche in movimento.
Ma potremo stupirci anche per soggetti forse già visti – come “Snow swans” (I cigni delle nevi), i cigni di Yongkang Zhu nella categoria Animals in The Environment (Animali e il loro ambiente) – fotografati in modo da renderli completamente nuovi allo sguardo dell’osservatore. Tutto contribuisce a creare l’attimo perfetto: la tormenta, il cigno che si alza in volo, il resto dello stormo che assiste alla scena, i giovani goffi e il giallo acceso dei becchi in contrasto con il paesaggio monocromatico.
Ed ecco capolavori come “Snowstorm leopard” (Leopardo nella tempesta di neve) di Steve Winter – fotografo americano del National Geographic vincitore dell’edizione 2008 – sicuramente l’immagine più sorprendente di tutte quelle in concorso, scattata dopo dieci mesi di appostamento sulle montagne dell’Himalaya, per poi cogliere questo animale, una sorta di sacro Graal per fotografi, biologi e scrittori, nel suo elemento naturale, fino a quel momento visione privilegiata solo per pochi occidentali.
Le foto sono state selezionate sulla base della loro valenza artistica oltre che per la maestria nell’uso delle tecniche fotografiche, ma con un’ampia varietà di soggetti e di stili: ritratti indimenticabili per la loro umanità e unicità – basta pensare alla foto dell’italiano Stefano Unterthiner intitolata “Troublemaker” (Piantagrane), premiata per la categoria Animal Portrait (Ritratti di animali), che ritrae un macaco sulla spiaggia nel Parco Nazionale di Tangkoko. L’espressione buffa del macaco, la pettinatura sgraziata creano una perfetta sintesi con l’ambiente circostante, frutto di un lungo lavoro di appostamenti e di una fiducia conquistata con pazienza.
Sarà possibile ammirare foto di comportamenti nascosti come quelli immortalati da Jordi Chias nella categoria “The Underwater World “(Il mondo sommerso) che con la foto “Daddy long legs” (Papà gambe lunghe) ha avuto la genialità di fermare un momento magico: il maschio della specie arrow crab (una sorta di granchio a freccia) protegge la femmina e le uova dagli attacchi dei predatori, sovrapponendo le sue chele a quelle della compagna, creando uno splendido gioco di linee e colori. La geometria delle zampe si interseca agli aculei dei ricci su uno sfondo blu cobalto tempestato da minuscole stelle d’argento che altro non sono che pesciolini di passaggio.
O ancora la vista panoramica nella sezione “Wild Places” (Luoghi selvaggi) che ci presenta Andy Biggs con “Skeleton Coast”, uno dei luoghi più fotografati al mondo ma che riesce ancora a stupire. Dal finestrino di un aereo il fotografo ha cercato – riuscendo perfettamente – di rendere il senso dell’altezza vertiginosa delle dune di sabbia della Namibia lambite dalle onde del mare, creando una perfetta sintesi tra lo stato selvaggio della natura e la meraviglia dello sguardo umano che lo coglie.
Antoni Kasprzak nel suo reportage ambientale ha invece avuto la capacità con “Clash of eagles” (Scontro tra aquile) di riprendere la lunga e furiosa lotta per la sopravvivenza di due aquile sotto una tormenta di neve, per la conquista della carcassa di un’alce. Una foto, vincitrice nella categoria “Behaviour” (Comportamento), frutto di geniale intuizione e ore di paziente attesa dove le luci basse e la neve che cade creano l’atmosfera perfetta per rappresentare l’aggressività delle aquile.
La mostra si articola in sedici sezioni: Comportamento animale: uccelli, Comportamento animale: mammiferi, Comportamento animale: tutti gli altri animali, Animali nel loro ambiente, Elogio alle piante, Ritratti di animali, Natura in bianco e nero, Il mondo subacqueo, Natura in città, Visioni creative della natura, Paesaggi incontaminati, Fotografi fino a 10 anni, da 11 a 14 anni, da 15 a 17 anni, Premio “Una sola terra”, Premio “Gerald Durrel” per le specie a rischio di estinzione.
Immagini che catturano e riassumono in sé visione privilegiata, fortuna, conoscenza della macchina fotografica e della natura, sempre nel rispetto del soggetto, che viene prima di ogni altra cosa.
La mostra sarà arricchita da tre appuntamenti con i fotografi Manuel Presti (giovedì 19 novembre ore 18.30), Simone Sbaraglia (mercoledì 2 dicembre ore 18.30) e Mimmo Frassineti (mercoledì 16 dicembre ore 18.30) che accompagneranno i partecipanti alla scoperta dei segreti di questa magica professione e dal concorso fotografico “Natura Urbana” organizzato dalla Cooperativa Myosotis, rivolto a grandi e piccoli.
*L’immagine presente nell’articolo: “Clash of eagles © Antoni Kasprzak / Wildlife Photographer of the Year 2008”
INFO
fino al 10 gennaio 2010
presso: Museo Civico di Zoologia
indirizzo: via Ulisse Aldrovandi, 18
orario: 9.00-19.00. Chiuso il lunedì
costo: clicca qui per le tariffe
info: info@museodizoologia.it
Web: www.museodizoologia.it/home