Il 9 Novembre 2009 ricorreva il 20 ° anniversario della caduta del muro di Berlino, ma in Europa c'è ancora un ultimo "muro" che divide una capitale e uno stato.
Nonostante le risoluzioni delle Nazioni Unite, Cipro, e soprattutto la sua capitale Nicosia, è l'ultima area europea ad essere attraversata da un muro e da una
linea del cessate il fuoco che separano la parte turca da quella greca.
The Last Wall di Fabio Mario Santopietro - Giornalista e scrittore.
Confesso la mia flagrante ignoranza. Certo sapevo che Cipro è una grossa isola da qualche parte nel Mediterraneo orientale; sapevo anche che Greci e Turchi da un po’ di tempo si guardano in cagnesco, che guai se in Grecia chiami kebab il ghiros – non già perché ne rivendichino la paternità, ma perché non piace loro gli si ricordi che è turco - tanto per menzionare una delle piccole dispute che infiammano i due popoli – la cui piccolezza dà invero da riflettere circa il costrutto di sciocchezza da cui simili dispute debbano in fin dei conti trarre origine – non è dalle genti infatti, ma dai tasti suonati dai poteri sugli umori delle genti. Certo non posso dire di esserne convinto, e quanto a tale convinzione molti sarebbero gli storici pronti a ridermi dietro, ma a mio modo di vedere, le genti, salvo nelle chiacchiere del bar o delle piazze o delle agorà o oggi nei campi di calcio, delle guerre farebbero una scaramuccia presto finita a pacche sulle spalle e, se qualche morto ci dovesse scappare, forse le due parti ne piangerebbero insieme rammaricandosi per la propria asineria. Le guerre le hanno sempre combattute i poteri, sempre e soltanto. Ma la gente, ah, si sa com’è fatta la gente. È fatta così male da lasciarsi ogni volta tradurre in guerra.
Dunque di Cipro non sapevo quasi niente. A farmene sapere sono le immagini di Carlo Bevilacqua, nonché le cose da lui dettemi. E immediatamente la storia di Cipro va inserirsi a pieno diritto, pur nelle complesse pieghe che la cosiddetta storia sa intessere intorno agli eventi, va a inserirsi nel novero di quelle che, abbastanza lontani come siamo noi, ci scandalizza per il grado di stupidità di cui ogni volta l’essere umano sembra intenzionato a dare prova. Infatti a Cipro c’è un muro. The last wall che dà il titolo alla raccolta di foto. Un muro che si picca di dividere le due comunità una dall’altra (non sto qui a descrivere la vicenda delle due comunità). Uno ai muri ci si abitua – ed è questo, al di là dei drammi e delle tragedie, un aspetto che Bevilacqua riesce a ritrarre così bene, l’abitudine. Come? Con la “desolazione” che il fotografo indica, nel senso di mette all’indice, pur raccogliendola in qualche modo nelle categorie dell’estetica e del bello – perché belle sono le foto, non la desolazione, e le foto sono belle appunto perché la desolazione resta tale, senza alcun compiacimento e senza alcuna retorica.
Eppure, di là dall’abitudine, viene davvero da domandarsi: “ma a chi diavolo può venire in mente di erigere un muro che divide un quartiere dall’altro, un nipote dallo zio, una fetta di pane dalla pagnotta che l’ha generata, la mollica dalla crosta e la pasta dal grano? Un muro, ce l’avevamo in centro Europa. E di cosa era figlio quel muro? della divisione in due del mondo. E da dove arrivava quella divisione in due? Non si può non dire, al di là delle difficoltà implicite nella comprensione dei passaggi della storia, se non da un atroce, colossale cumulo di imbecillità, a cominciare dai principi della seconda guerra mondiale, per passare alla straordinaria partecipazione dell’Italia a quel disgustoso conflitto, per tornare al principio con la fifa diplomatica delle due nazioni che si spacciavano per grandi – Francia a Inghilterra – e con l’isolata intelligenza politica di Cecoslovacchia e Polonia, tradite come spesso l’intelligenza è tradita in simili circostanze. Certo essere “pacifisti” è un’ingenuità, ma lo è almeno in tanto e in quanto il non esserlo è una stoltezza. Non credo però che non esistano strade alternative, fra l’ingenuità e la stoltezza. E chissà che Cipro, ormai così isolata nel suo ultimo muro, non sappia, un bel dì, portarcene un mai abbastanza precoce esempio.
INFO
Inaugurazione venerdì 30 aprile, ore 20.30
dal 30 aprile al 28 giugno 2010
presso: Castello Eptapyrgio
indirizzo: -
orario: -
costo: -
info: info@photobiennale.gr
Web: www.photobiennale.gr
fonte: notizia segnalata via mail